CONSIGLIO REGIONALE DELLA
SARDEGNA
XV LEGISLATURA
INTERPELLANZA N. 172/A
INTERPELLANZA PERRA - ZANCHETTA - GAIA sulla necessità di adottare urgenti provvedimenti per preservare la presenza del riccio di mare (Paracentrotus lividus) e favorirne il ripopolamento nelle coste della Sardegna.
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I sottoscritti,
premesso che:
- la pesca del riccio di mare in Sardegna ha subito, negli ultimi
decenni, incisivi cambiamenti, passando da volumi di raccolta e
consumo contenuti e limitati nel tempo, a consumi e prelievi sempre
più massicci, diffusi in quasi tutta la fascia costiera e
distribuiti su gran parte dell'anno;
- agli incrementi dei periodi e delle aree di prelievo si sommano
anche significative evoluzioni delle modalità di raccolta, passate
dai poco invasivi sistemi tradizionali a sistemi più produttivi con
prelievi subacquei effettuati da operatori professionali, che
sull'attività investono tempo e rilevanti capitali;
considerato che:
- in diverse zone della Sardegna la pesca del riccio di mare
appartiene alla tradizione gastronomica ed è praticata con maggiore
intensità e sistematicità, tanto da costituire una voce rilevante
nell'economia del territorio;
- contestualmente al profilo economico si deve tener conto
dell'importanza del riccio di mare sotto il profilo ecologico, che
rende necessario un costante monitoraggio della distribuzione e
struttura di popolazione di Paracentrotus lividus e della specie
copresente Arbacia lixula, comunemente nota come "riccio maschio,"
con l'obiettivo di ampliare il quadro conoscitivo e parallelamente
programmare adeguate misure gestionali;
- la maggior parte delle popolazioni selvatiche di ricci di mare è
sfruttata in modo eccessivo e il Paracentrotus lividus è stato
inserito tra le specie di fauna protette dal Consiglio d'Europa;
evidenziato che:
- nel bacino del Mediterraneo si è verificata un'importante e
progressiva perdita della diversità genetica conosciuta e, malgrado
gli sforzi compiuti dall'Unione europea e dai suoi Stati membri, le
misure sinora adottate non sono risultate sufficienti a contrastare
la riduzione e la perdita della diversità biologica;
- pur non rientrando allo stato tra le specie a rischio di
estinzione, è però innegabile che, a seguito della progressiva e
costante implementazione del suo prelievo e consumo, la presenza del
riccio di mare ha subito un preoccupante decremento nelle nostre
coste;
preso atto che:
- la Regione ha regolamentato con apposita legge la pesca
professionale e la raccolta dilettantistica del riccio di mare, per
cui oggi sono autorizzati circa 200 operatori, 32 aziende e 189
pescatori in possesso di regolare licenza, che possono praticarne la
cattura in tutta l'Isola;
- severe restrizioni e pesantissime sanzioni sono previste per il
prelievo senza licenza;
- sono già state avviate dalla Regione procedure di gestione
sperimentale tese alla salvaguardia e al ripopolamento di alcune
specie marine, in particolare polpo comune, astice e riccio di mare,
quest'ultimo in un'area della Sardegna occidentale nei pressi di
Capo Pecora, Buggerru/Arbus (decreto Assessore regionale
dell'agricoltura e riforma agro-pastorale n. 442 del 28 marzo 2013,
poi prorogato nel maggio 2014);
- in alcuni Paesi come Irlanda, Islanda e Israele si è potenziata la
sperimentazione dell'allevamento del Paracentrotus lividus (il
riccio viola mediterraneo, detto anche riccio femmina) e
Strongylocentrotus droebachiensis, come alternativa al prelievo in
mare;
sottolineato che:
- la regolamentazione a tutela del riccio di mare, avviata dalla
Regione già a partire dal 1994, si è rilevata insufficiente, come
confermano i segnali d'allarme lanciati dal mondo scientifico e
dagli stessi operatori professionali, riguardo al progressivo
depauperamento della popolazione del pregiato echinoderma nelle
coste sarde;
- senza l'introduzione di ulteriori misure di tutela e
ripopolamento, si paventa il rischio che il prossimo decennio segni
una riduzione della presenza dei ricci di mare tale da mettere in
pericolo la stessa sopravvivenza della specie nelle coste della
Sardegna, soprattutto nelle zone costiere del cagliaritano e nella
marina di Alghero, notoriamente sottoposte a uno sforzo di pesca
superiore a quello di altri territori,
chiedono di interpellare l'Assessore regionale dell'agricoltura e
riforma agro-pastorale e l'Assessore regionale della difesa
dell'ambiente per sapere:
1) quali siano le misure finora adottate tese a limitare la perdita
di biodiversità e garantire la salvaguardia e il monitoraggio dello
stato di conservazione delle specie marine, con particolare
riferimento al riccio di mare;
2) se non ritengano necessario, alla luce del progressivo
depauperamento di una specie marina, fondamentale risorsa ambientale
e di grande valenza per l'economia e la tradizione gastronomica di
vaste aree della Sardegna, prevedere l'estensione programmata della
gestione sperimentale del riccio di mare, al fine di arginarne lo
spopolamento nelle nostre coste ed evitare gravissime conseguenze
sull'ambiente e sulle attività economiche che ruotano intorno alla
pesca del pregiato echinoderma;
3) se non ritengano, altresì necessario, porre in essere, anche
d'intesa col mondo universitario e scientifico, iniziative volte a
definire protocolli di gestione delle specie marine endemiche,
minacciate dal pericolo di depauperamento dall'intensificarsi delle
pratiche di prelievo e cattura, in attuazione delle normative
nazionali e internazionali (es. Convenzione sulla diversità
biologica Rio de Janeiro il 5 giugno 1992; direttiva 92/43/CEE), che
prevedono che le regioni adottino opportune misure per garantire la
salvaguardia e il monitoraggio dello stato di conservazione delle
specie.
Cagliari, 13 novembre 2015